Porta chiusa nei confronti della proposta delle Famiglie Storiche dell’Amarone, pur nell’auspicio di una futura riconciliazione, nelle sedi opportune. Questa la posizione del Consorzio tutela vini Valpolicella nei confronti delle aziende guidate da Alberto Zenato.
“Sottolineiamo la gravità di una condotta che a nostro avviso non può essere risolta con un semplice ‘lascito’ di una somma di denaro, la cui proposta è stata per altro già bocciata dal consiglio di amministrazione dell’ente consortile”, scrive il Consorzio in una nota stampa.
“Non ci siamo mai sottratti dal valutare tutte le proposte provenienti dalle ‘Famiglie Storiche’ – esordisce l’ente presieduto da Andrea Sartori (nella foto sopra) – una valutazione, però, che implica il principio di coerenza e di rispetto delle leggi vigenti in materia di esecuzione delle sentenze”.
“Quindi – continua il Consorzio – il doveroso atteggiamento di apertura e di ascolto non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle ‘Famiglie Storiche’ in difesa della denominazione, in quanto il Consorzio ha già dato corso circa 3 mesi fa a quanto disposto dal Tribunale di Venezia”.
“Ci preme inoltre ricordare come sulla vicenda giuridica il Consorzio abbia agito in prima istanza su richiesta del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. È infatti obbligo dell’ente di tutela – continua la nota – procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dallo stesso ministero, e così è stato fatto”.
“Quanto occorso in seguito, ovvero il ricorso in appello promosso dalle ‘Famiglie Storiche’, il relativo rigetto delle istanze e ora il ricorso in Cassazione attengono all’esclusiva sfera decisionale delle Famiglie Storiche”, precisa il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella.
In merito alla comunicazione delle Famiglie Storiche per cui l’Associazione è disponibile in caso di accordo a rinunciare a far valere le due decisioni ottenute in sede europea dall’Ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo), il Consorzio precisa che “Euipo è un organo amministrativo europeo e che il giudice d’appello ha stabilito non corretta la sua decisione”.
“Nel ribadire il proprio rammarico per una querelle giudiziaria la cui coda non ha certo reso onore a una produzione tra le più apprezzate al mondo – prosegue la nota stampa – il Consorzio tutela vini Valpolicella ricorda che la sentenza accerta, tra l’altro, atti di concorrenza sleale in entrambi i gradi di giudizio, con condanna a risarcimento del danno da definirsi in separato procedimento”.
“Ci si augura infine che le proposte di riconciliazione possano in futuro essere gestite da professionisti e non attraverso una conferenza stampa. Quando le condizioni lo permetteranno saremo pronti a investire insieme in favore della promozione del territorio”, conclude il Consorzio.
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